kensuke Koike Interview
Domande bizzarre a Kensuke Koike
Il tema di questo Lazagne è nato da una frase di Isaac Asimov
“La frase più emozionante che si può sentire, quella che annuncia nuove scoperte, non è “eureka!” ma “questo è bizzarro!”
E immediatamente ho pensato a lui.
Kensuke Koike.
Artista giapponese con sede in Italia precisamente a Venezia, Kensuke ha una mente bizzarra e quindi geniale.
Le sue opere d’arte sono delle vere e proprie destrutturazioni programmate delle forme, per creare nuovi spazi e nuovi mondi.
Manipola immagini estrapolate da giornali, video, fotografie per creare le sue visioni.
Una sorta di magia.
Dove l’ironia è la padrona di casa.
Partiamo dal cinema.
Buster Keaton fu considerato il più grande creatore di immagini comiche che il cinema muto abbia conosciuto. Le sue gag nascevano da un pensiero architettonico, strutture che si modificavano, si muovevano inaspettatamente, sorprendendo lo spettatore, creando stupore e “sonore risate”.
Chissà perché.. ma trovo molte affinità con la tua arte.
Ti piace il silent movie?
Mi piacciono le cose che non serve spiegare.
Nella creazione delle tue opere esiste sicuramente il momento della “ricerca”. Scartabellare riviste o cercare vecchie foto. Esiste una foto che più di altre, ti ha colpito particolarmente?
A me piacciono tutte le immagini perché ogni immagine ha la possibilità di raccontare qualcosa. Una fotografia è composta da tantissimi granelli di colore, quindi basta suddividere e ricomporre, otteniamo tutto quello che vogliamo. Volendo posso fare da una foto di una banana a una scimmia, dalla foto di una scimmia a Kevin Costner.
La copertina che hai realizzato nel dicembre del 2016 per C41 Magazine raffigurante Trump è diventata virale. Attraverso il collage di tanti Donald a bocca aperta, hai amplificato la visione trumpiana mettendoci in uno stato d’animo effetto “pugno allo stomaco”.
L’arte può essere una lente d’ingrandimento della nostra società?
Io non saprei rispondere alla domanda perché non so cosa sia l’arte e cosa non sia l’arte.
Io faccio i lavori che trovo interessanti per me prima di tutto, se sono fortunato ci sono le persone che trovano interessante quello che faccio.
Durante le tue creazioni, ti immagino virtualmente seduto a cavalcioni fra realtà e immaginazione.
Facile e scontato sarebbe chiederti quanto è importante l’immaginazione per te. Ma no!!!
Ti chiedo di scrivermi, come a scuola, una frase, che più ti assomiglia, con similitudini tra immaginazione e realtà.
Una te la dico io, come esempio:
“La mia realtà ha bisogno dell’immaginazione come un cliente dell’Ikea ha bisogno della matitina Ikea….”
“Quello che non vedi non è reale ma basta creare per vedere.”
così va bene?
Vivi a Venezia. Cosa fai quando aspetti il traghetto?
Penso solo quante calorie sto consumando stando in piedi.
Ci descrivi la tua casa? Ordine o disordine? Librerie ordinate o mucchi di giornali in giro sul pavimento?
Mio spazio è controllato. Tanti lo chiamano disordine ma finché il disordine è controllabile vale come un’ordine.